21.4 Lo sterminio degli Ostrogoti
Lo scontro decisivo avvenne nella pianura di Tagine, presso l'odierna Gualdo Tadino, nell'Umbria. Stettero a lungo i due eserciti di fronte, l'un contro l'altro schierati e in armi, senza che né l'uno né l'altro ardisse attaccare. Nel frattempo il re Totila, che vuol dir l'immortale (il vero nome del re era Baduilla), dava saggi della sua valentia, caracollando con un rosso vessillo in mezzo al campo e giostreggiando sul cavallo sfrenato, lanciando in aria un giavellotto e a volo riafferrandolo...
Questi pittoreschi particolari ci son narrati dallo storico Procopio, che seguiva le campagne degl'Imperiali.
Alfine, si venne alle mani.
Era il 552 dopo Cristo. Gli abitanti chiamano ancora quel luogo "il Piano della rotta". Degli Ostrogoti fu fatta strage. Baduilla, l'immortale, mortalmente ferito, fu sottratto al nemico da alcuni cavalieri, che lo sotterrarono in fretta e furia nelle vicine boscaglie. Gli altri si sbandarono, rannodandosi nell'Italia meridionale intorno all'acclamato re Teia. Furono riassaliti l'anno dopo da Narsete, presso i Monti Lattari. Teia combatté disperatamente fino a sera: trinceratosi dietro un mucchio di morti, cambiava lo scudo man mano che si riempiva di frecce; in uno di questi movimenti fu colto da un proiettile. Con lui si spense, si può dire, la razza degli Ostrogoti. Dopo il 555 non se ne parlò più nella storia. Avevano dominato in Italia per 60 anni.
Ma Narsete dovette ancora combattere contro orde di Franchi e d'Alemanni che, chiamati in aiuto dai Goti, seguitavano a devastare il Bel Paese dalle Alpi al mare. Da circa due secoli, ormai, tutta l'Italia, tutta l'Europa, l'intero mondo, su cui aveva regnato la pace romana, potevano considerarsi un immenso campo di battaglia; peggio ancora, un campo dove da ogni parte piombavano stormi di rapaci a dividersi e a contendersi i resti d'un gigante abbattuto, gli avanzi di una strage.
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