6.4 Attilio Regolo prigioniero
Tribù e popolazioni africane si sollevarono contro i Cartaginesi. I Romani, credendo molto facile l'impresa, richiamano in Sicilia Manlio Vulsone. Rimase Attilio Regolo con appena 15.000 soldati, e fu sconfitto.
Caduto prigioniero, fu mandato a Roma a impetrare la pace.
- Chi più di lui - pensavano i Cartaginesi - può essere interessato a una fine immediata della guerra, per riavere la libertà?
Avvenne tutto l'opposto. Attilio Regolo descrisse a così foschi colori la situazione di Cartagine, ormai impossibilitata a resistere, ed esortò talmente il Senato a condurre innanzi con raddoppiata energia gli ultimi sforzi per la vittoria immancabile, che fu ascoltato.
Egli, fedele al giuramento che aveva dato ai Cartaginesi, si ricostituì prigioniero e - secondo la tradizione - perì a Cartagine tra i più atroci tormenti. Ma i Romani in Sicilia espugnarono Palermo; sotto le mura di questa città attaccarono un esercito nemico, sbaragliandolo e catturando ben 120 elefanti; furon prese Lilibeo e Trapani e le altre fortezze costiere; finalmente, dopo disastri e vicende dall'una parte e dall'altra, 50 navi puniche affondarono, 70 vennero catturate nell'ultima grande battaglia navale del 241 a. C. alle Isole Egadi, e Cartagine dovette cedere.
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