10.7 Contro il re del Ponto
Frattanto, Lucio Cornelio Silla era corso contro Mitridate. Approdato con poche forze in Epiro, sconfigge l'un dopo l'altro gli eserciti asiatici a Cheronea e a Orcomene, li spazza dalla Grecia e assedia Atene. Gli Ateniesi cercano di commuoverlo, ricordandogli le glorie della loro città, e Silla:
- Ho capito, ho capito; ma io non sono venuto qua a studiar la vostra storia.
A corto di danari, svaligia i famosi templi di Olimpia e di Delfi; i sacerdoti tentano sgomentarlo, dicendogli che s'è udita sonare la cetra di Apollo, e Silla:
- Vedete? Se suona, è segno ch'è contento. - E ai suoi legionari:
- Prendete, prendete! Come potremmo non vincere, se gli stessi dei ci forniscono i mezzi?
E varca l'Ellesponto, per concludere con Mitridate la partita in Asia; quand'ecco, arriva sua moglie con i figli al campo, ad annunciargli che Mario era tornato a Roma, dove faceva strage dei suoi partigiani.
Silla, allora, offrì la pace a Mitridate; ma gl'impose così gravi patti, che il re domandò che cosa dunque volesse lasciargli; ed egli:
- Ti lascio la mano con cui firmasti il decreto di morte di centomila Romani.
E venne a Roma, e vendicò con eccessi gli eccessi dei mariani. Caio Mario era morto: le sue spoglie furono dissepolte e buttate nell'Aniene. Un suo figlio, per scampare al massacro, si uccise. Oltre a tutti gli altri, 90 senatori e 1630 cavalieri vennero condannati a morte. Fattosi proclamare dittatore a vita, e intitolatosi da sé "Felice", Silla riformò a suo modo le leggi dello Stato, rafforzando la classe senatoria ed elevando da 300 a 600 il numero dei senatori. Confiscò le terre ai suoi avversari, distribuendole, con altre di proprietà pubblica, ai suoi 100.000 veterani.
Dopo quattro anni, si ritirò a vita privata:
- C'è qualcuno - domandò al popolo convocato - che voglia chiedermi conto di quello che ho fatto?
Nessuno aprì bocca. Solo alcuni giorni dopo, un giovinotto l'ingiuriò per strada; e Silla:
- Questo scapestrato farà che nessuno più abdichi alla dittatura!
L'anno seguente morì (78 a. C.).
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