21.2 Belisario
Era il tempo in cui Giustiniano, imperatore d'Oriente, voleva far risorgere la grande tradizione di Roma. Il suo generale Belisario aveva già sfrattato i Vandali da tutta l'Africa, conducendo incatenato a Costantinopoli il re Gelimero. Venne ora in Italia contro gli Ostrogoti. Sbarcò in Sicilia e la conquistò; procedette verso Napoli e la prese. Teodato, che non seppe resistere, fu ammazzato dai suoi. Belisario entrò in Roma, portato in trionfo dai Romani che vedevano la loro città liberata, dopo sessant'anni, dai Barbari.
Ma Belisario non aveva che un pugno d'uomini, contro cui si mosse con grandi masse il nuovo re degli Ostrogoti, Vitige. I Romani si asserragliano nel Mausoleo di Adriano; convertono in proiettili le statue, le colonne, gli ornamenti per scaraventarli sugli assedianti; Belisario, acciocché il papa Silverio, impietosito da tanta strage, non spinga i difensori a una pace disonorevole col nemico, lo relega a Costantinopoli. Arrivano finalmente rinforzi dall'Oriente. Vitige si ritira. È incalzato fino a Ravenna, assediato a sua volta e fatto prigioniero.
Tutta l'Italia poteva esser libera. Ma Belisario fu richiamato dall'imperatore Giustiniano, che lo destinava in Oriente contro i Persiani.
Allora gli Ostrogoti, che si erano ritirati di là dal Po, concentrandosi a Pavia e invocando i Visigoti di Spagna e altri Barbari, tornano col re Totila all'offensiva. Vincono a Faenza, invadono la Toscana, dilagano nel Mezzogiorno e ripigliano Napoli; poi ripiegan su Roma e s'accampano a Tivoli.
A un tratto, sulle alture del Pincio appare la tenda di Belisario!
Vincitore in Persia, Giustiniano l'aveva rimandato in Italia. Ma che poteva egli fare? Aveva minor numero di soldati dell'altra volta. Disperatamente, Belisario scriveva all'Imperatore: "Senza uomini, né cavalli, né armi, né denari, com'è possibile far la guerra? Ho poche reclute, prive d'armi, di coraggio e d'esperienza.
"Se bastava ch'io venissi in Italia, ecco, ci sono; ma se volete vincere, ci vuol altro. Mandatemi i miei cavalli, i miei soldati...".
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