7.6 Quinto Fabio Massimo il "Temporeggiatore"
A Roma, in tale frangente, si creò dittatore Quinto Fabio Massimo. Si ruppero i ponti sul Tevere... Ma Annibale non apparve. Man mano che procedeva verso Roma, s'accorgeva che il cammino era pieno di pericoli; qui non c'eran più Galli che si ribellavano, accodandosi alle sue schiere, ma popolazioni italiche già affezionate a Roma. Subì un primo scacco sotto le mura di Spoleto, e allora deviò verso l'Adriatico, mettendo tutto a ferro e a fuoco, per tentare fra i Greci dell'Italia meridionale quel che gli era riuscito con i Galli della settentrionale.
Ma i Greci, per allora, non si mossero. Devastazioni orribili nelle terre degli Irpini, dei Campani, dei Sanniti, dei Peligni, dei Frentani e degli Apuli. E Quinto Fabio Massimo, cautamente e implacabilmente, seguiva l'esercito cartaginese, accampandosi sulle alture e non impegnandosi mai in grandi combattimenti, ma continuamente attaccando il nemico con piccole scaramucce, stancandolo e logorandolo. Fu soprannominato perciò Cunctator: il Temporeggiatore.
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