15.2 Pertinace
I congiurati uccisori di Commodo corsero alla casa d'un vecchio senatore, allora prefetto della città, Publio Elvio Pertinace, e lo pregarono di assumere il governo dell'Impero. Riluttante, lo conducono al campo dei pretoriani, e questi, guadagnati con lauti donativi, lo trasportano in Senato. I senatori acclamano e confermano l'elezione. Era nato ad Alba, in Piemonte, da un carbonaio, che gli aveva imposto quel nome, Pertinace, a motivo della sua ostinazione nel non volere abbracciare il mestiere paterno. Era stato dapprima maestro di greco e di latino a Roma; poi s'era dato alle armi, distinguendosi brillantemente nelle guerre di Siria, di Germania e di Britannia; Marco Aurelio l'aveva fatto senatore e console; infine gli era stato affidato il governo della capitale. Ora egli voleva ristabilire la giustizia, l'ordine e la disciplina: ciò non piacque ai pretoriani, abituatisi agli arbitri e alle licenze con Commodo. Essi, dopo soli 87 giorni di regno, nel marzo del 193, assalitolo in palazzo, lo trucidarono.
Torna all'indice