5.8 Appio Claudio il Cieco
Propose difatti, ai prigionieri, di arruolarsi sotto le sue bandiere: nessuno accettò. Nonostante che Bruzi, Lucani e Sanniti si dichiarassero per lui, egli offrì pace ai Romani. Mandò a Roma un eloquente oratore greco, Cinea; e già le trattative erano a buon punto, quando la fermezza di un senatore dissuase i colleghi dall'accettare la pace.
Mentre in Senato si discuteva, ecco che si fa accompagnar là dentro dai suoi figliuoli un vecchio cieco, già console e censore, vincitore di Sabini, di Etruschi e di Sanniti, Appio Claudio:
- Esca prima Pirro dall'Italia - egli grida - e poi tratteremo!
Le proposte nemiche vennero respinte. L'ambasciatore Cinea tornò dal re, dicendogli che il Senato romano gli era parso non un'accolta di comuni uomini, ma di regnanti.
Fabrizio, da Roma mandato a Pirro e da questi tentato di corrompere in tutti i modi, con l'oro, con le lusinghe e con le minacce, gli strappò le famose parole:
- È più facile smuovere il sole dal suo corso, che Fabrizio dal sentiero della virtù.
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