17. Gli imperatori alla riscossa
17.1 Claudio II
Aveva avuto i natali nell'Illiria. Appena eletto, dopo l'uccisione di Gallieno, assaltò Milano, dov'era rinchiuso il "tiranno" Aureolo; proseguì verso il Garda, sconfiggendovi le orde germaniche che v'erano arrivate; andò a Roma per porre fine ai disordini provocati dal precedente governo; l'anno dopo era sul Danubio, e scriveva al Senato: "Mi trovo davanti a 320.000 nemici... Non abbiamo né lance, né spade, né scudi... Gallieno e i tiranni hanno spossato l'Impero". Poco dopo: "Abbiamo disfatto i Goti... I campi son coperti d'armi e di cadaveri, con tanti prigionieri, che due o tre schiavi toccarono a ciascun soldato". I Romani lo soprannominarono "Gotico". L'anno appresso, sventuratamente, nel 270, morì di peste. Le legioni d'Italia acclamarono imperatore suo fratello Marco Aurelio Quintillo; quelle della Pannonia, Lucio Domizio Aureliano. Quintillo fu ucciso, o si uccise.
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