20.12 Il flagello di Dio
Poco dopo, gli Unni ritornano e invadono l'Italia settentrionale fino al Mincio: nomadi asiatici, di razza mongolica, sudici, vestiti di rozze tele o di pelli, gli antichi li credettero bestie generate dagli spiriti maligni e dalle streghe. E li conduceva un uomo deforme, il re Attila, il quale gridava sulle regioni ridotte a deserto:
- La stella cade, la terra trema; dove mette piede il mio cavallo non cresce più erba. Io sono il martello del mondo, il flagello di Dio.
Attila non proseguì fino a Roma; fu arrestato dalle preghiere del papa Leone I e dal timore di Ezio che si preparava ad affrontarlo. Quand'ecco, Ezio è fatto assassinare dall'Imperatore!
- È come se tu, con la sinistra, avessi amputato la tua destra - dissero a Valentiniano.
Poco dopo, anche l'Imperatore è assassinato. La vedova chiama per vendetta i Vandali a Roma: così narra la tradizione.
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