6.2 I Romani non avrebbero nemmeno potuto fare i bagni
Consci e fieri della loro potenza, i Cartaginesi dicevano:
- Il mare è nostro. I Romani non potrebbero nemmeno farvi il bagno, se noi non volessimo.
Ed ecco, invece, come andarono le cose.
Alla notizia che i Romani avevano passato lo Stretto e che erano entrati in Messina, Siracusani e Cartaginesi, che per secoli e secoli avevano combattuto fra di loro, nemici giurati e irreconciliabili, si accordarono contro Roma. Roma vinse gli uni e gli altri. Allora Gerone II chiese pace; anzi, si alleò coi Romani. I Cartaginesi proseguirono la guerra, e perdettero tutta la Sicilia, compresa la formidabile piazza di Agrigento, caduta per fame dopo sette mesi di assedio, ed escluse soltanto le piazzeforti marittime di Lilibeum, Drepanum e Panormus (Marsala, Trapani e Palermo) con altre minori.
I Romani, irresistibili in terra, erano meno valenti di fronte ai Cartaginesi sul mare: le loro navi eran meno agili e meno forti delle nemiche, i loro equipaggi meno esperti. Si lanciavano contro le navi avversarie per abbordarle o per speronarle? Ed ecco che i Cartaginesi, con facili manovre, scantonavano e dileguavano; ritornavan poi veloci e guizzanti, e le loro navi investivano di sorpresa le romane.
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