7.12 Una marcia fantastica
Fulmineamente e temerariamente, Claudio Nerone lascia l'esercito, dando ordine che nulla si muova e nulla si cambi nel campo: le sentinelle e le trombe seguitino a far l'ufficio loro, sì che Annibale di nulla s'accorga; egli, tratti i più forti e i più prodi dalle tende, parte di notte e in gran silenzio, lanciando avanti uomini a cavallo per invitare le popolazioni ad accorrere sulle strade con acqua, viveri e carri. Ma non ci fu bisogno di carri. Fu una marcia memorabile. Si camminò dì e notte. In pochi giorni, i legionari furon presso Fano, sul Metauro. Qui era accampato il console Marco Livio Salinatore, davanti ad Asdrubale. Segretamente, di notte, i nuovi arrivati entrano nel campo romano. La mattina dopo si dà battaglia e si vince. Fulmineamente ancora, Claudio Nerone riparte per Venosa. Annibale non s'era accorto di nulla.
Fu buttata una testa nel suo accampamento. Egli la riconobbe: era quella di Asdrubale.
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