11.10 In Egitto
Guai al traditore, guai all'ingrato! Cesare sbarca ad Alessandria, entra nella reggia e vi tiene come prigioniero Tolomeo. Allora gli Alessandrini si sollevano, e Cesare fa abbattere là d'intorno, dai suoi pochi soldati, le case; scava trincee, scava pozzi, poiché gli assedianti, bloccandolo, gli han tagliato anche le condutture dell'acqua; riesce a incendiar le navi nemiche nell'arsenale e si difende strenuamente; spedisce messaggi in Europa per avere rinforzi, e cerca perciò d'esser padrone del porto.
E un giorno, nel porto, è assalito da masse stragrandi; egli e i suoi si gettano nelle barche, la sua si capovolge: Cesare, a nuoto, con una mano fuor d'acqua per non perder le sue importanti carte, si salva sull'altra riva. Alfine, i rinforzi gli giungono. Egli incalza l'esercito egiziano sulle rive del Nilo e lo sbaraglia; Tolomeo stesso affoga.
Fu proclamata regina sua sorella Cleopatra; e Cesare, con essa, lasciate un poco le armi, cominciò a darsi bel tempo. Visitò l'Egitto; risalì il Nilo, e accarezzava l'idea di scoprirne le misteriose sorgenti, quand'ecco minacciosi brontolii pervengono dall'Oriente: forze ingenti di pompeiani si son riammassate nell'Asia Minore, intorno al re Farnace, figlio di Mitridate il Grande.
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