20.14 Alla mercé dei Barbari
Era la fine. Fu eletto imperatore Eparchio Avito, un condottiero della Gallia; un condottiero svevo, Ricimero, lo depose, e da allora in poi fu egli l'arbitro di quel che restava dell'Impero Romano d'Occidente. Fece eleggere dapprima Maggioriano, e poi l'uccise; quindi Libio Severo, morto poco dopo avvelenato; approvò la nomina di Antemio, mandato dall'Imperatore d'Oriente, ne sposò la figlia, e poi lo fece trucidare; acclamò Olibrio, al quale non accadde nulla perché, nel 472, Ricimero mori.
Ma al suo posto subentrò Gundebaldo, re dei Burgundi. Morto Olibrio, costui proclamò imperatore Glicerio, lo difese contro Giulio Nepote acclamato in Occidente, fu vinto e si ritirò in Borgogna: Glicerio fu relegato in Dalmazia, e là fatto vescovo. Poco dopo, anche Giulio Nepote è sbalzato dal trono da Oreste, un nobile della Pannonia ch'era stato fino a pochi anni prima al servizio di Attila, e poi passato al servizio dei Romani.
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