13.3 Caligola
Sei anni dopo, nel 37 dalla nascita di Cristo, anche Tiberio, senza lasciar discendenti diretti, morì. Il Senato chiamò a succedergli un suo pronipote di 25 anni, Caio Cesare, più comunemente conosciuto sotto il nome di Caligola: nomignolo che gli avevano simpaticamente affibbiato i soldati di suo padre, Germanico, quand'egli, fanciullo, viveva con essi la vita del campo, durante le campagne contro i Germani.
Le caligae erano i calzari d'ordinanza dei legionari romani, e il piccolo Caio Cesare ne aveva un paio anche lui, e ne doveva essere così fiero! Sarebbe come se oggi si mettessero due ridottissimi scarponi da alpino ai piedi d'un bimbo; non lo chiamereste per ironia: - Ehi, Scarponcino? - Così gli antichi legionari appellarono Caio Cesare: Caligola.
Era adorato, in memoria del suo valoroso padre, dall'esercito, dal Senato e dal popolo. E nei primi mesi fu un ottimo imperatore; ma poi traviò. Si credette che una malattia gli avesse sconvolto il cervello. Volle governare tirannicamente, cercando di trasformare il principato in vera monarchia assoluta. Contro le opposizioni del Senato reagì con crudeli repressioni e condanne; anche il popolo l'abbandonò. Partì da Roma, onde crearsi una gloria militare in Germania e in Britannia; ma non riuscì che a coprirsi di ridicolo.
Tornato in patria e seguitando nelle sue malvagità e pazzie, fu ucciso da un ufficiale dei pretoriani. Non aveva che 29 anni.
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