8.10 Stratagemmi di Annibale
Annibale fu non meno geniale che astutissimo capitano.
Per espugnare la città di Sagunto, alleata dei Romani, egli mandò una parte dell'esercito contro le mura, con l'ordine di ritirarsi se gli assediati avessero tentato una sortita, e di fingere di fuggire.
Così avvenne. I Saguntini inseguirono i fuggiaschi; a un certo punto Annibale, che con il grosso dell'esercito stava appostato nelle vicinanze, si cacciò tra essi e la città. I soldati furono ammazzati, e Sagunto presa.
Un'altra volta, al passaggio d'un fiume, gli elefanti di Annibale, intimoriti dal corso vorticoso delle onde, non si decidevano a buttarsi a guado.
Grida che ti grida, spingi che ti spingi, tira che ti tira, gli animali parevano irremovibili: e già incominciavano a inasprirsi.
Annibale chiama uno schiavo, gli mette in mano un bastone e gli dice:
- Tieni; dai una bastonata, quanto forte più puoi, nell'orecchio del primo elefante.
- Ma questo elefante m'ammazza!
- E tu buttati a nuoto.
- E se m'insegue?
- È proprio quello che ci vuole.
Così detto, Annibale fece mettere in fila gli elefanti; a un suo cenno, lo schiavo diede al primo una tremenda bastonata nell'orecchio; l'elefante s'inferocì; lo schiavo si buttò a nuoto; l'animale, cieco di collera e di dolore, gli andò dietro; "ih! ih...!" gridavano intanto agli altri i conducenti: e tutti gli altri, incoraggiati dall'esempio del primo, passarono.
Alla Trebbia, il fiume gonfio divideva i due accampamenti, cartaginese e romano. Era d'inverno.
Annibale nasconde delle truppe in un agguato, e lancia la cavalleria dei Numidi a molestare i Romani, col compito di simulare una sconfitta e di ritirarsi.
I Romani abboccano al tranello; esaltati dalla facile vittoria, inseguono i Numidi e passano il fiume, bagnandosi fino alle ossa. Ed ecco che sbucano i Cartaginesi dagli agguati, ecco che accorre Annibale, che aveva mantenuti i suoi ben caldi e riposati intorno ai fuochi. I Romani, intirizziti, non potevano che difficilmente maneggiare le armi: ne fu fatta strage.
Al Trasimeno, altri stratagemmi. Annibale finse di voler sottrarsi a gran marce alle legioni romane che lo seguivano alle calcagna, e sboccò di là nella pianura.
Durante la notte, favorito dalla nebbia, tornò indietro e appostò i suoi sulle alture, di fianco e alle spalle dei Romani.
L'indomani mattina, li attaccò di fronte. I Romani cercano di occupare posizioni dominanti, e le trovano già tutte occupate... Si sa quello che accadde. Stretti fra i monti e il lago, i Romani non poterono resistere. Sconfitti, decimati, essi erano bensì decisi a vender cara la pelle. Allora, prima che il coraggio della disperazione venisse a centuplicare le loro forze, che cosa pensò Annibale? Chiamò a raccolta i suoi, e fece aprire un varco per cui i Romani potessero... salvarsi! I Romani vi si gettarono; i Cartaginesi li assalirono alle spalle, e poterono così finire di sgominarli.
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