10.8 Pompeo Magno
Risorsero allora da tutte le parti guerre e trambusti. In Roma, Marco Emilio Lepido chiamava il popolo alla rivolta. In Italia insorgevano, al grido di Spartaco, gladiatori e schiavi. Della Spagna s'erano impossessati i superstiti mariani, sotto la guida di Sertorio. Mitridate sognava di risalire il corso del Danubio, per rinnovare dalle Alpi Orientali le gesta di Annibale. In tutto il Mediterraneo imperversavano le navi dei pirati.
Fu la volta di Pompeo.
Gneo Pompeo, che già s'era illustrato nella Guerra Sociale e nelle lotte civili agli ordini di Silla, da cui aveva avuto il titolo di Magno, represse la rivolta provocata da Marco Emilio Lepido; disfece in Spagna l'esercito di Sertorio; distrusse i resti dell'esercito di Spartaco, già disfatto da Crasso; sgominò con 500 navi quelle numerosissime dei pirati, catturandone e affondandone quasi mille, facendo prigionieri ventimila predoni e uccidendone altrettanti (67 a. C.).
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