1.4 Il dio Quirino
Tale fu l'opera del primo grande fondatore e re di Roma. Diede savie e forti leggi, divise la popolazione in patrizi e plebei; fra i patrizi scelse duecento senatori, che con il loro consiglio lo coadiuvassero nell'opera di governo.
In età di cinquantacinque anni - narrano sempre gli antichi scrittori - e dopo averne regnato 37, "a dì 7 del mese che oggi si chiama Luglio e allora Quintile, in un giorno che ancor presentemente si commemora con meste cerimonie ed è detto Populifugio, improvvisamente e misteriosamente, durante un'assemblea o una rivista d'armi, scatenatosi un gran temporale con meravigliosi e strani sconvolgimenti e mutazioni incredibili dell'aria, oscurandosi il lume del sole e venendo una notte con tuoni spaventevoli e con venti impetuosi che dappertutto menavan tempesta, sì che la turba qua e là dispersa si pose a fuggire", Romolo scomparve.
I senatori, non ritrovando il suo corpo o sottrattolo alla vista del popolo per non allarmarlo, dissero ch'egli era stato rapito in cielo sul carro di suo padre Marte.
I Romani gli eressero un tempio, e lo adorarono col nome di dio Quirino.
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