3.2 Caio Muzio Scevola
Si arrese Tarquinio il Superbo? Si arrese Porsenna? Neanche per sogno. Stabilirono, anzi, di assediare Roma e di prenderla per fame.
E i Romani languivano.
Bisognava dunque finirla! Un giovane animoso, di nome Caio Muzio, un bel giorno si traveste e penetra nel campo nemico. Si stava dando la paga ai soldati.
Caio Muzio si avvicina; vede le truppe schierate dinanzi all'ufficiale pagatore; lo scambia per il re Porsenna e l'ammazza. È preso, trascinato davanti a un tribunale, minacciato delle più fiere torture se non riveli i suoi complici; si prepara già il fuoco per tormentarlo:
- Guarda! - grida al re Caio Muzio - guarda com'io temo i tuoi tormenti! - E stende la mano sopra un braciere che ardeva per i sacrifizi accanto al sovrano: - Così io punisco la mano che sbagliò, ma sappi che altri trecento giovani romani, dopo di me, han giurato di ucciderti se non togli l'assedio a Roma.
Il re Porsenna, inorridito e spaventato, non solo gli concedette di tornare libero tra i suoi, ma mandò con lui ambasciatori per iniziare col Senato trattative di pace. Caio Muzio, perduta la mano destra, fu soprannominato Scevola, che vuol dire mancino.
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